martedì, agosto 08, 2006

Un progetto internet di successo

Quali sono gli ingredienti per un progetto internet di successo?
In fondo non è così difficile ma occorre fare alcune premesse. Il progetto del sito internet per un'azienda è un investimento e deve essere visto come tale. Non serve a niente fare un sito perchè "ce l'hanno tutti", "è di moda" oppure "il mio concorrente l'ha fatto". Deve essere visto come qualcosa che produce un ritorno economico, in termini di fatturato (nel caso dei siti degli hotel o nell'e-commerce), in termini di contatti/clienti acquisiti (nella maggior parte dei casi) o quale ritorno d'immagine come per le case di moda che pubblicano le foto delle collezioni online.
Sto semplificando moltissimo perchè ci sono altre possibilità ma diciamo che queste sono le più comuni.
Il primo ingrediente è che il sito non deve piacere al titolare, all'amministratore delegato o al tecnico dell'azienda ma ai loro clienti. Eviterei quindi giudizi estetici da parte di persone interne all'azienda. Non serve a niente l'introduzione in flash, l'utente normale cerca disperatamente il tasto "skip intro", gli unici a guardare l'animazione sono i designer che l'hanno creata e le persone dell'azienda stessa.
Secondo ingrediente: non mettere sul sito la presentazione in pdf realizzata per far stampare la brochure. Non serve a un tubo, internet funziona in modo diverso, gli utenti si aspettano qualcosa di diverso.
Terzo ingrediente: evitare il figlio del cugino dello zio che è tanto bravo con internet, capisce tutti di informatica e si è scaricato la versiona taroccata di frontpage e ha una collezione di gif animate. Potrebbe anche farvi un sito a quattro lire tanto bellino ma questo è quello che avrete: un sito che vale quattro lire.
Quarto ingrediente: non fate l'errore che un sito internet sia "finito". per avere successo un sito non è mai finito, deve essere sempre aggiornato e contenere informazioni utili per turisti e fresche. Questo è uno degli aspetti più onerosi del progetto, non pensate di mettervi a scrivere voi i testi a meno che non vogliate dedicarvi a tempo pieno al sito dell'azienda. Soprattutto se operate nel campo del turismo rivolgetevi a chi può fornirvi contenuti aggiornati per il sito, ci sono sistemi automatici per farlo e tutto costa meno.
Sesto ingrediente: la promozione. Dopo che il sito è stato pubblicato il lavoro della agenzia che avete scelto è appena cominciato: devono promuovere il sito e fare in modo che vi porti visite, dai motori di ricerca o con campagne di webmarketing. Soprattutto nel primo caso non ftevi ingannare da sedicenti smanettoni o dai maghi dell'hackeraggio, l'unico sistema sicuro che avrà la web agency per promuovere il vostro sito sarà sfruttare il network che deve avere alle spalle. Una web agency che, nel 2006, non ha costruito un robusto network di siti propri ... non ha investito negli anni passati.

Chiudo citando, con il suo permesso, un bellissimo post di Stuart che approfitto per ringraziare e salutare
Per quanto riguarda il web design la colpa è SOLO dei web designer. Che non sono stati capaci a vendersi bene. Che non sono stati capaci di rendere elitario il loro lavoro (in teoria cosa c'è più prezioso dell'anello di congiunzione tra l'arte visiva, la comunicazione, e il marketing?) e si sono fatti prevaricare nel loro mercato dai figli-dei-cugini-dell'amico che hanno scaricato Dreamweaver da Emule.

Creando così il divario tra la web agency che ti chiede 5.000 euro per una semplice intro in Flash e il tizio che "ti faccio il sito in cambio di 2 scamorze e un etto di quello buono". I web designer free lance e le piccole agency sono rimaste schiacciate. E ho pagato caro questo gap economico con la mia vecchia agency: alla fine vendevamo solo applicazioni php/mysql e servizi accessori, con in OMAGGIO il web design.

Per questo auspico SI la divulgazione di un modus operandi seo efficace, alla portata di tutti i webmaster, l'informazione, la condivisione dei test, ma ANCHE che questo ramo tecnico del web marketing mantenga sempre la sua dignità economica, si crei un minimo -per quanto possibile- spirito corporativo tra gli operatori, a protezione del mercato.

Sapete che fine farei se fossi un idraulico e cominciassi a fare pagare 10 euro la "chiamata" invece delle canoniche 30/35 euro? Verrei linciato (mica tanto metaforicamente) dagli idraulici di Torino, perchè rovino il mercato.

Quindi quando sentite che qualcuno giudica facile il vostro lavoro, intervenite e reagite! Primo non lo è. Secondo richiede talento. Terzo richiede ore di tempo. Quarto richiede mezzi. Quinto richiede competenze.

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